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BORSA, MARULLO, CEPRANO, CORO Scorrendo uniti remota via, Brev'ora dopo caduto il dì, Come previsto ben s'era in pria, Rara beltà ci si scopri. Era l'amante di Rigoletto, Che vista appena si dileguò. Già di rapirla s'avea il progetto, Quando il buffone ver noi spuntò; Che di Ceprano noi la contessa Rapir volessimo, stolto, credé; La scala, quindi, all'uopo messa, Bendato ei stesso ferma tené. Salimmo, e rapidi la giovinetta A noi riusciva quindi asportar. Quand'ei s'accorse della vendetta Restò scornato ad imprecar.
DUCA (Cielo! È dessa, la mia diletta!) ai cortigiani Ma dove or trovasi la poveretta?
BORSA, MARULLO, CEPRANO, CORO Fu da noi stessi addotta or qui.
DUCA (Ah, tutto il ciel non mi rapì!) alzandosi con gioia (Possente amor mi chiama, Volar io deggio a lei: Il serto mio darei Per consolar quel cor. Ah! sappia alfin chi l'ama Conosca alfin chi sono, Apprenda ch'anco in trono Ha degli schiavi Amor.)
BORSA, MARULLO, CEPRANO, CORO Oh qual pensier or l'agita? Come cangiò d'umor!