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Dueto: Tu pel padre eterno

Compositor: Leoncavallo Ruggero

Ópera: Pagliacci

Papel: Canio (Tenor)

Papel: Nedda (Soprano)

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Partituras

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CANIO
furente
Tu, pel padre eterno!...
cavando dalla cinta lo stiletto
E se in questo momento
qui scannata non t'ho già
gli è perché pria di lordarla
nel tuo fetido sangue,
o svergognata, codesta lama,
io vo' il suo nome!... Parla!!

NEDDA
Vano è l'insulto.
È muto il labbro mio.

CANIO
urlando
Il nome, il nome,
non tardare, o donna!

NEDDA
No! No, nol dirò giammai!

CANIO
slanciandosi furente col pugnale alzato
Per la madonna!

Peppe, che sarà entrato dalla sinistra, sulla risposta di Nedda corre a Canio e gli strappa il pugnale che getta via tra gli alberi.

PEPPE
Padron! che fate! Per l'amor di Dio!
La gente esce di chiesa
e a lo spettacolo qui muove!...
Andiamo... via, calmatevi!...

CANIO
dibattendosi
Lasciami Peppe!
Il nome! Il nome!

PEPPE
Tonio, vieni a tenerlo!

CANIO
Il nome!

PEPPE
Andiamo, arriva il pubblico!
Tonio prende Canio per la mano mentre Peppe si volge a Nedda.

PEPPE
Vi spiegherete!
E voi di lì tiratevi
Andatevi a vestir...
Sapete... Canio è violento, ma buon!
Spinge Nedda sotto la tenda e scompare con essa.

CANIO
stringendo il capo fra le mani
Infamia! Infamia!

TONIO
piano a Canio, spingendolo sul davanti della scena
Calmatevi padrone...
È meglio fingere; il ganzo tornerà.
Di me fidatevi!

Canio ha un gesto disperato, ma Tonio spingendolo col gomito prosegue piano.

TONIO
Io la sorveglio. Ora facciam la recita.
Chissà ch'egli non venga a lo spettacolo
e si tradisca!
Or via. Bisogna fingere per riuscir!

PEPPE
uscendo dalle scene
Andiamo, via, vestitevi padrone.
E tu batti la cassa, Tonio!
Tonio va di dietro al e teatro Peppe anch'esso ritorna all'interno, mentre Canio accasciato si avvia lentamente verso la cortina.